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Champagne Brut Nature Premier Cru Esprit Voyageur

VITIGNO:
75% Pinot Meunier 19% Chardonnay e 6% Pinot Noir
DENOMINAZIONE:
Champagne AOC
ALCOL: 12.5 %
FORMATO: 0.75 lt

Specchio fedele delle vigne di Cigny-les-Roses, è un blend in cui il Pinot Meunier è maggioritario 75% rispetto allo allo Chardonnay 19% ed al Pinot Noir 6%. La cuvèe di base elaborata con il vino d’annata a cui è aggiunto un 30% di Vin de Reserve, di norma dell’annata precedente. Malolattica interamente svolta, lavorazione in acciaio, sosta sui lieviti di circa 2 anni. Non ha dosaggio 0 gr/l alla sboccatura.

CANTINA:
Gounel + Lassalle
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I Wine Riders dello Champagne: così si definiscono Arnoulde e Sophie, la coppia alla guida della ancor piccola Maison Gounel-Lassalle. Siamo a Cigny-les-Roses, Village Premier Cru di alto profilo qualitativo alle pendici nord della Montagne de Reims, patria natia di Madame Louise Pommery madrina nella seconda metà del 1800 dello Champagne secco ed asciutto, come oggi noi lo conosciamo. In controtendenza rispetto ai Grand Cru limitrofi (Mailly e Verzenay sono a qualche kilometro) il Pinot Meunier occupa oltre la metà dei circa 130 ettari vitati del comune: l’esposizione nord-est di molte parcelle ed un suolo non particolarmente ricco di gesso ne hanno favorito nei decenni la propagazione. I Gounel-Lassalle non sono nuovi nel mondo del vino, le famiglie hanno tradizioni secolari quali proprietari di vigne a Cigny-les-Roses. Ai giorni nostri le nuove generazioni in cabina di regia, la quarta in attività e la quinta pronta in futuro a darle il cambio, sono lanciate verso il definitivo salto di qualità. Wine Riders si diceva: le 29 parcelle distribuite tra Cigny e Ludes costituiscono un circuito virtuale (rappresentato nelle accattivanti etichette della Miason) in cui i Gounel Lassalle giocano la loro personale gara alla ricerca dell’identità di ogni singolo metro quadrato di terra vitata. Nasce da questo correre per vigne la gamma dei loro Champagne, fortemente legata alle singole parcelle di provenienza, ognuna diversa per suolo e uve. La biodiversità dei Terroir su cui Arnould e Sophie operano regala una estrema variabilità alla loro gamma di Champagne, certo non monotoni e ripetitivi. I vigneti sono tutti condotti in regime biologico, in cantina si lavora con massima naturalezza e dosi di solforosa volutamente molto ridotte. Elementi portanti della filosofia produttiva: l’assenza di dosaggio per garantire la massima espressione di ogni singola parcella, il frequente uso del legno per l’elaborazione delle basi e la maturazione sur liège. Facile intuire che si tratta di Champagne che difficilmente passano inosservati.

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I Wine Riders dello Champagne: così si definiscono Arnoulde e Sophie, la coppia alla guida della ancor piccola Maison Gounel-Lassalle. Siamo a Cigny-les-Roses, Village Premier Cru di alto profilo qualitativo alle pendici nord della Montagne de Reims, patria natia di Madame Louise Pommery madrina nella seconda metà del 1800 dello Champagne secco ed asciutto, come oggi noi lo conosciamo. In controtendenza rispetto ai Grand Cru limitrofi (Mailly e Verzenay sono a qualche kilometro) il Pinot Meunier occupa oltre la metà dei circa 130 ettari vitati del comune: l’esposizione nord-est di molte parcelle ed un suolo non particolarmente ricco di gesso ne hanno favorito nei decenni la propagazione. I Gounel-Lassalle non sono nuovi nel mondo del vino, le famiglie hanno tradizioni secolari quali proprietari di vigne a Cigny-les-Roses. Ai giorni nostri le nuove generazioni in cabina di regia, la quarta in attività e la quinta pronta in futuro a darle il cambio, sono lanciate verso il definitivo salto di qualità. Wine Riders si diceva: le 29 parcelle distribuite tra Cigny e Ludes costituiscono un circuito virtuale (rappresentato nelle accattivanti etichette della Miason) in cui i Gounel Lassalle giocano la loro personale gara alla ricerca dell’identità di ogni singolo metro quadrato di terra vitata. Nasce da questo correre per vigne la gamma dei loro Champagne, fortemente legata alle singole parcelle di provenienza, ognuna diversa per suolo e uve. La biodiversità dei Terroir su cui Arnould e Sophie operano regala una estrema variabilità alla loro gamma di Champagne, certo non monotoni e ripetitivi. I vigneti sono tutti condotti in regime biologico, in cantina si lavora con massima naturalezza e dosi di solforosa volutamente molto ridotte. Elementi portanti della filosofia produttiva: l’assenza di dosaggio per garantire la massima espressione di ogni singola parcella, il frequente uso del legno per l’elaborazione delle basi e la maturazione sur liège. Facile intuire che si tratta di Champagne che difficilmente passano inosservati.